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3°lunedì del mese (novembre 2020) – Il mondo delle piante, della natura, dei boschi...e il COVID 19

Buon lunedì! Buon inizio di settimana a tutti!





Smog sopra la pianura padana


Prologo: non so voi, ma per me la preparazione delle palačinke/crepes mi da il metro per capire il mio stato di equilibrio interiore.


Mi spiego meglio: rompo le uova,monto il bianco dell'uovo, grattugio la scorza del limone, aggiungo lo zucchero nelle uova, mischio, pian pianino aggiungo il limone grattugiato, la farina, il latte (di soia,solitamente), l'albume montato.....ed ecco che già sento la consistenza dell'impasto: ho messo le dosi giuste?

C'è troppa o poca farina, troppo o poco latte? Lo saprò solo nel momento in cui verserò il primo mestolo del composto nella padella antiaderente! Prima dell'operazione »friggere le palačinke« c'è un'altra azione singolare da compiere: si tratta di un'azione che ormai si è sedimentata nell'inconscio, imparata dalla mamma nelIa fanciullezza – quando facevo finta che non mi interessasse minimamente ciò che mi insegnava:

»Sara, prendi due cucchiai di olio di semi e scaldali nella padella antiaderente fino quasi a farlo bollire. Poi versalo in una tazzina. Userai quell'olio per friggere ogni singola palačinka. Così facendo l'olio sarà pronto immediatamente e non servirà farlo scaldare per ogni singola palačinka!«

Cara mamma che non le davo la soddisfazione nell'immediato degli insegnamenti ricevuti!

Quindi, immergo il mestolo nell'impasto e sono pervasa da una sensazione piacevole...hmmmmm bene, mi piace questa consistenza!

Verso: l'impasto si spande omogeneamente in tutta la padella – ne troppo denso, ne troppo liquido...perfetto! Copre tutto il fondo della padella.

Aspetto alcuni secondi e si avvicina il momento della verità: prendo la paletta per girare la palačinka....la palačinka si stacca tutta intera dal fondo senza problemi!

Un sorriso e un ringraziamento agli Dei delle palačinke, con alzata degli occhi al cielo, arrivano spontanei!

L'operazione prosegue liscia come l'olio: due uova, due cucchiai di farina, due cucchiai di zucchero sono le dosi per sei palačinke! E così inizia la domenica!

Con un buon equilibrio interiore!

Diverso sarebbe, se la palačinka si sarebbe rotta mentre la giravo....Comunque, bando alle palačinke!



















Passiamo all'argomento di questo lunedì:


COVID e l’ambiente, COVID e il clima, Greta Thumberg e Papa Francesco.


Ne abbiamo sentite di tutti i colori sul Covid 19, ma la notizia che mi sembra più importante di tutte è quella che si riferisce al Covid 19 e all’inquinamento atmosferico.

Direte: ma che cosa centra con il 3°lunedì del mese? Centra, perché si parla di inquinamento dell’ambiente – l’ambiente sono le piante, la natura, i boschi, i mari! Quindi centra!

Che dire?

Ho fatto una ricerca su internet e nei giornali, anche se, vi dirò, non per vantarmi, ma già nel mese di marzo ho avuto l’intuizione che l’inquinamento centrasse con la proliferazione del virus.

Non serviva essere scienziati o maghi per capirlo… bastava guardare le statistiche dei decessi.

Quindi che faremo?

Continueremo come sempre?

Pianura Padana immersa nello smog, a costo di avere quel lavoro che, intanto, non mi piace, ci vado per pagare le bollette, inquina l’ambiente, provoca malattie respiratorie, ma vabenecosì!

Taranto, ILVA..ma si dai, lasciamola così! Dobbiamo vivere! Abbiamo le famiglie da sfamare, che sarà mai un po’ d’inquinamento? A proposito, OGGI,una mia amica tarantina mi conferma che l’ILVA LAVORA COME PRIMA, PIU’ DI PRIMA. Quindi l’inquinamento a Taranto continua.



L'ILVA di Taranto



No, non va bene per niente così!


La fermata che il Covid ci ha imposto serve per riflettere a come fare il cambiamento globale!


Perché è questo ciò che dobbiamo fare: UN CAMBIAMENTO GLOBALE!


Nel pensiero, nelle abitudini, nel lavoro che svolgiamo.


Non possiamo più svolgere un lavoro che inquina l’ambiente e NON CI PIACE!


Tutti noi, dobbiamo riflettere sulle scelte che facciamo ogni giorno: meno Amazon, più acquisti locali, lo stato, gli industriali dovrebbero investire sulle energie pulite!


E ci sarebbe lavoro per tutti! Dovremmo chiamare forza lavoro in Italia per quanto lavoro ci sarebbe!


Convertire tutte le industrie!


E gli sceicchi che faranno, poverini, mi direte?


E gli sceicchi….s’inventeranno un altro lavoro! Invece di spendere i loro soldi per fare piste da sci nel desertopiùcaldodelmondo, useranno i soldi per portare l’acqua nel loro paese o per sfamare le famiglie dei poveri!



Pista da sci nel deserto - Emirato del Dubai - esterno



Pista da sci Emirati Arabi - interno



Santa paletta!


Ma è tanto difficile capire che così non va?


Ti credo che arriva il COVID e ci blocca per un po’!


Andiamo un po’ a vedere quello che hanno scritto i giornali:


In Italia, le aree più colpite dal Covid-19 sono state quelle caratterizzate da una maggiore presenza di polveri sottili nell’aria. Da qui l’ipotesi che la diffusione del virus e la sua aggressività possano aver risentito dell’inquinamento atmosferico. Cosa c’è di vero, a riguardo? Il tema è stato affrontato nel corso di due webinar, organizzati dall’Associazione Italiana di Epidemiologia e dalla Fondazione Menarini (nell’ambito del progetto «RespiraMI»). Può l’esposizione all’inquinamento atmosferico (sia cronica sia acuta) avere un effetto sulla probabilità di contagio, la comparsa dei sintomi e il decorso della malattia del coronavirus causata da Sars-CoV-2?


INQUINAMENTO ATMOSFERICO E COVID-19

La supposizione che lo smog e una più alta concentrazione di polveri sottili possano aver accresciuto il rischio di contagio e favorito un decorso più rapido della malattia nasce dalla presa d’atto che «l’inquinamento atmosferico è associato a un aumentato rischio di infiammazione prolungata, anche in soggetti giovani e sani: con la conseguente iperattivazione del sistema immunitario», ha spiegato Andrea Ranzi, epidemiologo ambientale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Emilia Romagna. Caratteristiche (peraltro) comuni a quelle riscontrate nei pazienti colpiti dal Covid-19. Da qui l’ipotesi che vivere in un luogo con un’aria poco salubre possa aver reso più evidente l’impatto della malattia. A ciò occorre aggiungere che «chi respira abitualmente un’aria carica di inquinanti atmosferici, è a maggior rischio di contrarre infezioni respiratorie» (la miseria che scoperta pazzesca, aggiungo io….) E che alcune evidenze analoghe (correlazione tra inquinamento e infezione) erano emerse già all’inizio del secolo, in occasione dell’avvento della Sars.


CRESCE IL NUMERO DELLE MALATTIE CON L’ARIA INQUINATA

Le ricerche disponibili non sono dunque in grado di dimostrare un rapporto causa-effetto tra lo smog e i contagi. Secondo gli esperti, anche il calo drastico delle infezioni a seguito del lockdown e del distanziamento sociale suggerisce che il particolato non sia decisivo nella trasmissione del virus. Detto ciò, una relazione tra l’inquinamento e la pandemia non è comunque da escludere: nello specifico in relazione al possibile aggravamento del decorso della malattia, una volta avvenuto il contagio. È noto, infatti, che l’inquinamento ambientale aumenta la probabilità di malattie cardiovascolari, metaboliche e polmonari. «Ragion per cui, nelle aree più inquinate, è maggiore la quota di popolazione ad alto rischio di sviluppare le complicanze da Covid-19», dicono gli scienziati. A ciò occorre aggiungere che quando l’organismo è compromesso (scenario più probabile per chi vive da tempo in luoghi altamente inquinati), i danni determinati dal coronavirus rischiano di essere maggiori.


MALATTIA PIU’ AGGRESSIVA PER COLPA DELL’INQUINAMENTO?

Il particolato inquinante comporta un incremento della risposta infiammatoria a livello polmonare. Questo aspetto, in presenza di Sars-Cov-2, può favorire la comparsa di sintomi più gravi. «Per analogia con quanto si osserva per altre malattie, è possibile che livelli di inquinamento ambientale maggiori abbiano reso le persone infette più suscettibili alla progressione di Covid-19», ha precisato Francesco Forastiere, epidemiologo ambientale del Cnr e del King’s College di Londra. Tuttavia, a oggi, non abbiamo dati sufficienti per essere certi dell’impatto dell’inquinamento atmosferico sul decorso dell’infezione da Sars-Cov-2. Per arrivare a dati conclusivi saranno necessari studi epidemiologici rigorosi, con un’adeguata raccolta dei dati clinici ed ambientali su base individuale il più possibile omogenea su tutto il territorio nazionale».


Bene, ci sono moltissimi altri articoli, tutti su questo tono: che l’inquinamento ambientale e atmosferico aumenta la probabilità di malattie cardiovascolari, metaboliche e polmonari. Punto.


Che vogliamo fare?

Che possiamo fare?

Ascolteremo il nostro cuore o il nostro portafoglio?

Perché se ascoltiamo il portafoglio abbiamo si e no altri 30,40 anni di vita, poi finalmente, la razza umana così com’è oggi SI ESTINGUE!

E sarebbe una benedizione per il Pianeta Terra!

Sinceramente spero che non saremo così stupidi da lasciarlo accadere!


Uno dei paladini per la salvaguardia del Pianeta è Papa Francesco.

Trascrivo il suo prologo alla sua enciclica “Laudato sì”, pubblicato nella primavera dell’anno 2015.


“La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.

Papa Francesco I

Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i Vescovi del Sudafrica, «i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio». Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità. Papa Francesco


Greta Thunberg ormai è conosciuta a livello planetario. Una bimba che ha iniziato a scioperare davanti alla sua scuola ed ha trascinato nel suo movimento milioni di giovani consapevoli della gravità climatica. Greta si è fatta viva negli ultimi giorni con le sue dichiarazioni sul COVID e l’ambiente.


Greta Thunberg


Greta riflette sul costo ambientale della pandemia: “Non penso che dobbiamo guardare alla pandemia da coronavirus in questo senso, dobbiamo concentrarci su quella che è una tragedia. In un momento come questo è logico che altre questioni vengano messe in secondo piano. Non bisogna mettere a confronto la crisi pandemica e quella ambientalista, ma la risposta messa in atto dai governi contro il virus dimostra che siamo in grado di affrontare una crisi e che dobbiamo ascoltare la scienza“.

E aggiunge: “Se in futuro impareremo a trattare la crisi ambientale come una crisi, forse riusciremo davvero a cambiare le cose e anche a sensibilizzare di più le persone. E non si tratta solo del clima, ma anche dell’acidificazione degli oceani, della perdita di biodiversità, la diminuzione del suolo fertile. Se un virus può distruggere completamente le economie, significa anche che dobbiamo ripensare le cose e iniziare a vivere in modo sostenibile“.


Ecco.

Di che cosa abbiamo ancora bisogno per cambiare?

Che Venezia scenda sott’acqua definitivamente con buona parte dell’Italia centrale?

Che i virus uccidano metà della popolazione mondiale?

Forse così capiremo?

I segnali ci stanno arrivando da un sacco di anni e noi facciamo finta di niente.

E’ come mettere la polvere sotto il tappeto. Prima o poi bisognerà spostare il tappeto e salterà fuori tutto!

E’ arrivato il momento di iniziare ad affrontare in modo congiunto tra stati mondiali le tematiche ambientali.

E portare la bellezza nelle nostre vite!

Basta speculazioni edilizie, brutture di cemento che screziano l’anima!

Bisogna alzare il livello di coscienza!

Non perderci in stupidaggini: sloveni, italiani, neri, bianchi, gialli, rossi, ricchi, poveri, questo partito, quel partito, cristiani, musulmani, credenti, non credenti, gay, lesbiche, sposati, non sposati….eccetera!

Ma pensare che siamo tutti sulla stessa barca!

Bisogna lavorare sulle cose che uniscono e non su quelle che dividono!


Fine! Oggi è andata così. Mi sono sfogata...


Due parole sulle erbe: in queste settimane ho polverizzato il rosmarino e il timo e li ho messi nei vasetti. Li uso moltissimo in cucina per condire le carni bianche.



Non è timo serpillo, come dico in video, ma santoreggia (forse...)








Ho messo nel barattolo di vetro anche la mentuccia secca che uso per condire i carciofi che stanno arrivando in questi giorni nei nostri mercati ortofrutticoli. La rosa canina si sta seccando per bene. Ora l’ho tagliuzzata in piccoli pezzetti e la userò per le tisane. Delle proprietà della rosa canina ho scritto nel terzo lunedì del mese di ottobre. Agli inizi del mese di novembre sono andata con mia madre nel bosco di Piuma a funghi, ma gli unici che abbiamo trovato, sono stati pochissimi chiodini che mia mamma ha usato per fare un buon risotto per lei e il papà. Ora è il tempo della raccolta dei kiwi, frutti ricchi di vitamina C, potassio, carboidrati e acqua. Per farli maturare più in fretta, li possiamo mettere accanto a delle mele o banane. Le mele e le banane producono il gas chiamato etilene che provoca la maturazione dei kiwi.


Abbiamo due settimane di piccolo lockdown, sfruttiamole al meglio!

Non piangiamoci addosso, ma invece di vedere il bicchiere mezzo vuoto, vediamolo mezzo pieno: riposiamo, respiriamo più profondamente, consapevolmente, leggiamo un bel libro, studiamo, vediamoci dei bei film che ci portano gioia, componiamo musiche, cantiamo, danziamo, facciamoci delle belle passeggiate anche sotto la pioggia (perché no?) - anche la pioggia ha il suo fascino! La mattina facciamo degli esercizi per il corpo e per lo spirito! Facciamo una buona e sana colazione, un buon pranzo e una buona cena! Coccoliamoci!!!!!!!!!!!! Amiamoci!


Cari tutti! Buona serata, buon lunedì, buon inizio di settimana!


Come sempre attendo vostri commenti! Ciao!!!

 
 
 

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