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2° lunedì del mese - Riflessioni sulla musicoterapia - Roberta Avanzini e Mariangela Pacorig

Aggiornamento: 12 ott 2020

Ciao a tutti!


Benvenuti in questo lunedì che segue una bellissima domenica di pioggia fitta fitta in cui ho avuto modo di crogiolarmi per casa dalla mattina alla sera, uscendo solo due volte per portare Tara (la mia femmina di pastore tedesco) a spasso.

Me la sono passata bene, la domenica, ascoltando la musica che volevo, rilassante, tranquilla, avvolgente! Ogni tanto mi soffermavo dalle parti del pianoforte e strimpellavo qualcosetta....un valzer di Chopin, qualche spezzone delle "Onde" di Ludovico Einaudi, La Gymnopedie numero 1 di Satie....poi ho fatto il pranzetto; la mattina presto ho impastato la farina per il pane che ho cotto verso l'ora di pranzo - pane con farina di farro integrale e grano saraceno! Buono, buono, mi piace! Mi sono affacciata sul terrazzo e ho visto che è caduta un'arancia dall'arancio. Uffa, mi son detta! Chissà se maturerà da "morta"! Eeeeh, la temperatura è calata "di brutto" si dice in gergo da noi! La mia amica Sonia che abita a circa 1000 metri di altitudine mi ha mandato un video in cui la candida neve scende copiosa dal cielo! Che bellezza!!! Infatti, ieri ho visto il pettirosso che si aggirava sul mio terrazzo! Il pettirosso annuncia che in montagna fa freddo e quindi scende in pianura!


E poi, nel primo pomeriggio, ho guardato la mia posta elettronica e ho visto che Roberta Avanzini, una mia collega musicoterapeuta, conosciuta nel 2010 a Buenos Aires durante il Magister del Modello Benenzon, mi aveva mandato il suo contributo dell'esperienza di musicoterapia che ha avuto durante e dopo il lockdown che ora pubblico con grande piacere!


Testimonianza di Roberta Avanzini

Musicoterapeuta, Pedagogista musicale, Formatore.

Musicoterapia individuale presso Centro di Psicoterapie Integrate “Le Mani Parlanti” a Parma, progetti di Musicoterapia presso Scuole di Parma e provincia, Musicoterapia di gruppo presso Istituto Penitenziario a Parma in collaborazione con Asl Salute Mentale e dipendenze patologiche.



Roberta Avanzini in tenuta anti "Covid 19"


Riporto la mia esperienza professionale durante il lockdown .


Lavoro con circa 15 bambini che seguo individualmente presso lo studio di Psicoterapie Integrate “Mani Parlanti”, in equipe con altre figure terapeutiche.


Nel periodo di lockdown ho tenuto sempre un contatto con le famiglie. Scrivevo, qualche volta ho fatto delle videochiamate per sentire come stavano i bambini e in supporto ai genitori. Uno spazio di ascolto e di condivisione rispetto alle angosce del momento e della quotidianità.


Avendo dei bambini con patologie gravi e con disturbo dello spettro autistico, non riuscivo a fare delle sedute di musicoterapia on-line, con alcuni cantavo una canzone appartenente alla nostra storia terapeutica e cercavo un momento di interazione e scambio. Non ho mai pensato di fare una seduta vera e propria, poiché nessuno riusciva a stare più di tanto davanti allo schermo ma cercavo di dare un significato alla videochiamata, dando un senso di appartenenza alla nostra relazione terapeutica e sonora.


Il 16 marzo, in un momento di sospensione e distacco forzato , ho registrato (con i mezzi che avevo ) per i miei piccoli pazienti , una ninna-nanna rielaborata per due chitarre e voce, tratta dal libro “ All’ombra del Baobab” che in molti di loro già conoscevano. Ho pensato potesse essere un gesto di vicinanza.




Ninna natta tratta dal libro "All'ombra del baobab" rielaborata da Roberta Avanzini


Il 4 maggio ho ripreso a lavorare in studio con tutti i dispositivi COVID che sono veramente tanti, devo lavorare con la mascherina FFP2, sterilizzare tutti gli strumenti musicali e passare con il vapore il tappeto, i luoghi morbidi, i cuscini. Quindi anche i tempi tra un paziente e l’altro sono molto dilatati.

In collaborazione con il mio studio di professionisti, abbiamo stilato specifiche informative per le famiglie secondo tutte le normative di prevenzione al Covid_19 , fornito i fogli di circolazione che servivano il 4 maggio per portare i bambini in terapia.

Ad oggi non hanno ripreso tutti i bambini/ragazzi la musicoterapia, alcune famiglie hanno preferito smettere o sospendere la terapia. Sono arrivati alcuni pazienti nuovi e ho appena formato dopo le valutazioni individuali, due gruppi Asl in collaborazione con la Neuropsichiatria Infantile di Parma.

In carcere sono entrata di nuovo nel mese di luglio con un gruppo ridotto di 3 detenuti.

Prima del COVID avevo un gruppo di sette detenuti, a luglio dopo molto insistenza e la collaborazione degli educatori del Sert e la Dipendenza Patologica, sono rientrata scrivendo un progetto più individualizzato secondo i bisogni, le attitudini di ognuno, quindi spostando gli obiettivi sul piccolo gruppo e il singolo.

Sono stata molto felice di poter riprendere musicoterapia in carcere, poiché i detenuti si sentivano abbandonati e ancora di più isolati avendo sospeso ogni attività e soprattutto i colloqui con i familiari. Riprendere è stato un momento vitale per loro, ritrovando un’ opportunità di comunicazione, ascolto e risveglio cognitivo e corporeo.



Roberta Avanzini e Conferenza su Musicoterapia in carcere



Ad oggi sto lavorando con un nuovo gruppo di 3 detenuti, più la mia tirocinante.

Sono riprese anche altre attività come teatro, scuola ecc…

Con le scuole, non ho potuto continuare nessun progetto durante il lockdown, purtroppo a febbraio avevo appena iniziato alcuni laboratori di musicoterapia e musica che si sono interrotti.


Gli esperti esterni non possono tutt’ora accedere nelle scuole, a causa dell’emergenza Covid e anche a problemi legati alla mancanza di spazi.


Musicoterapia con gruppi di bambini


Ho riflettuto, come tanti altri colleghi, sull’opportunità di utilizzare la modalità in remoto, nel mio caso è stata utile per mantenere un filo tra me e i bambini, far sentire la mia presenza, la mia voce, un suono/canzone familiare anche se per pochi minuti, in un periodo di grandi cambiamenti e routine stravolte. Soprattutto rispettando i suoi tempi!


Avere un appuntamento in chat è stato molto importante per alcune famiglie, durante il lockdown tutte le terapie sono state sospese e in molti si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni. Spesso mi sono trovata a parlare con le mamme e offrire un po’ di ascolto.


Il 4 maggio, quando ho potuto riprendere le terapie ho riscontrato che in alcuni bambini, soprattutto i piccoli, il momento del lockdown, è stato un periodo rilassante in cui hanno avuto più opportunità di relazionarsi con i genitori, di essere ascoltati e di interagire per più tempo attraverso il gioco!


Alcuni bambini, più scolarizzati e stressati dalle lezioni di DAD, erano desiderosi di tornare in una relazione in presenza, seppure con un corpo equipaggiato anti-covid ma sentivano che era uno spazio di scambio autentico e non solo virtuale.


Strumenti di una sessione di musicoterapia


Questa è la mia testimonianza del periodo di lockdown e la ripresa.

Parma 11 ottobre 2020


Grazie Roberta per la tua testimonianza! Vedo che la situazione è più o meno uguale come da noi. Ci stiamo riprendendo con molta lentezza e anche timore. Il tuo lavoro con i bambini e i detenuti è importantissimo! Anche il fatto di aver mantenuto i contatti con i genitori durante il lockdown è stato sicuramente di supporto per loro, anche perché, come dici tu, si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni. La figura del musicoterapista in questo periodo può aiutare tantissimo le persone fragili, come possono essere i bambini, gli anziani. Il problema è che le strutture per anziani non lasciano entrare nemmeno i parenti, figurati noi musicoterapeuti! Sinceramente mi sembra una misura di protezione eccessiva, considerando che il musicoterapeuta porterebbe la mascherina, starebbe a distanza di sicurezza, non farebbe circolare gli strumenti da persona a persona e sterilizzerebbe gli strumenti dopo l'uso. Quindi non vedo come si possa arrivare al contagio. Però dobbiamo attenerci alle loro disposizioni.


Bene, nel ringraziare di nuovo Roberta Avanzini, riporto in questo luogo un pensiero di Mariangela Pacorig, anche lei musicoterapeuta che ha già lasciato una sua testimonianza nei mesi precedenti, ma ha ulteriormente riflettuto sulla situazione che viviamo:

Scrive Mariangela: Ciao Sara, ho riletto i messaggi degli altri musicoterapisti e guardando le comunicazioni che arrivano per il virus, posso capire le attenzioni che si cerca di attuare nelle sedute, ma credo che uno strumento qual'è la musicoterapia si adatta all'essere umano. Se facciamo musicoterapia in un ospedale o con persone in coma, se lo facciamo in situazioni di grande stress, terremoti, dopo una guerra, ma perché non possiamo renderla fruibile con giovani, anziani, bambini che hanno vissuto situazioni di chiusure? Possiamo utilizzare la body percussion, la costruzione dei propri

strumenti, la voce, l'ascolto dell'ambiente esterno, usare la musica del cuore, la danza per

Mariangela Pacorig rappresentare con il corpo la sonorità. Se le


sedute, così come le abbiamo vissute, non sono realizzabili, ma crediamo che il linguaggio sonoro è la terapia, cerchiamo altre vie! Mi viene da pensare alle psicoterapie, siamo passati dal lettino di freudiana memoria a tantissime altre forme: di gruppo, con oggetti per i bambini, terapie brevi...ecc. Ma il concetto è, che queste terapie sono comunque pensate per il benessere della persona. E' vero che i cambiamenti si sono evoluti in un lunghissimo tempo. Verissimo! Ma in che tempi viviamo? Quanto veloci sono i cambiamenti, come li percepiamo nella nostra vita? A ben vedere tante possono essere le riflessioni, ma continuando a tenere vivo ciò che il suono è portatore?


Nel ringraziare Roberta Avanzini e Mariangela Pacorig, colgo l'occasione per augurarvi un radioso inizio di settimana, all'insegna dell'entusiasmo, dell'amore, delle buone intenzioni e se qualcosa va storto, non dimentichiamo che.....tutto passa!!!!!!!!!!!!


p.s. ah si, attendo fiduciosa vostri commenti, riflessioni....ecc...



Oggi niente aforismi....solo una foto della mia arancia caduta....direte che sono strana, ma...sapete, quando hai un arancio e conti le arance che produce, le coccoli, ci parli...poi una ti cade! Eh beh, ti dispiace! E non ridete, eh!

Arancia caduta dall'arancio!





 
 
 

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