1°lunedì del mese (dic.2020) Scoperte spirituali: La ricerca dell’amore e di Dio di Alberto Loreti
- Sara Hoban
- 6 dic 2020
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 7 dic 2020
Buongiorno, buon lunedì a tutti! Oggi dedico questo lunedì a mio marito, Alberto.
Ho ceduto a lui la penna, affinché scrivesse sulla sua esperienza alla ricerca dell'amore e di Dio….buona lettura!

L'Essere, 1973 (Alberto Loreti)
Non so esattamente quando sia cominciata questa ricerca e questo monologo di fronte a Dio. So per certo che dalla 3° elementare, sicuramente influenzato dalla frequentazione della scuola elementare dalle “Suore del Bambin Gesù” a Spoleto e dietro gli insegnamenti della mia maestra, la madre superiora, suon Anna, dolcissima creatura, mio primo, profondo amore! Ma soprattutto quando verso gli 8 anni mi fu permesso di giocare nella soffitta di casa di mio padre, dove, nel sottotetto, Gilberto (mio padre) aveva ricavato una uccelliera con una ventina di tortore dal collare. Ho iniziato a cercarlo. Era in ogni luogo e quindi dovevo essere anche li in mezzo alle vecchie valigie, ai vecchi bauli, nei vecchi armadi, campo di battaglia dei miei indiani e rifugio dei miei pianti, perché Dio non guariva mio fratello Edmondo, nonostante la mia insistenza e le mie preghiere.

Convento delle Suore del Bambin Gesù a Spoleto (una volta scuola, ora Casa vacanze http://www.bambingesuspoleto.com/)
Un non meglio precisato giorno smisi di andare a Messa e di parlare con Dio o meglio, cominciai a cercarlo in altri lidi: nei libri di storia, nei racconti dei partigiani della seconda guerra, nell’illuminismo, nell’umanesimo da Nietzsche a Marx, il manifesto del partito comunista, poi avanti con Siddharta, Jukebox all’idrogeno, i Doors, i Rolling Stones, la fantasia al potere e ho perso Dio certamente per i successivi trent’anni. Veramente io continuavo a parlarci, ma era lui che non mi sentiva più, così avevo dedotto. Mio fratello Edmondo morì. Era il 1977. Nonostante mi avesse deluso, continuavo a guardare il alto e a parlare con Dio che mi rispondeva, esaudendo i miei bisogni materiali, ma non parlava più al mio cuore.
Cerca e ti ricerca, un giorno mi ritrovai in uno strano centro spirituale in montagna tra l’Umbria e le Marche i cui abitanti avevano l’abitudine di colorarsi il viso con dei segni gialli e rossi. Strane preghiere e strana religione l’induismo – Karma yoga! Doveva essere il lavoro per Dio, ma dopo un anno mi accorsi che era solo sfruttamento e manipolazione in cambio di vitto e alloggio (medio evo?) non Dio!
Poi un giorno arrivarono dei visitatori proprio nel momento in cui ero ormai rassegnato ad una vita di abbandono senza un vero Dio e un vero amore. Disilluso, accolsi i visitatori senza entusiasmo. Qualche giorno dopo, successe l’imprevedibile. Mi rivolsi al cielo per chiedere cosa dovessi fare della mia vita. Ma Dio non rispondeva e ormai ero disperato che mai più avrei trovato Dio e l’amore. Poi salii le scale dello studio del padrone di casa, fantomatico guaritore e guru. Lo studio era occupato da una donna barcollante che stava per cadere a terra; con un balzo felino mi frapposi tra il pavimento e la donna. Ci abbracciammo teneramente e riconobbi che la persona era tra i visitatori del week-end ed era Sara. Dio si era fatto vivo! Mi aveva dato quest’abbraccio e il grazie di quegli occhi per avergli evitato la brutta caduta. Il tenero abbraccio si trasformò in un tenero passionale bacio. Da quel giorno sono passati vent’anni. Era l’inizio del nuovo secolo, il 2001 e ancora oggi, nonostante l’ictus, siamo ancora un quell’abbraccio sempre più convinto e amorevole.
Nel giro di un anno dalle montagne umbro marchigiane mi trasferii a Gorizia. Pendolare al lavoro a Trieste. Preso totalmente nella macchina stress lavoro denaro. Ogni tanto cercavo Dio nella chiesa ortodossa e con Sara lo spirito si elevava, superando al momento lo stress e il peso responsabile del lavoro in una impresa edile, il cui intento non era produrre ricchezza, ma fallire e il fallimento non tardò ad arrivare. E non tardò il licenziamento e la disoccupazione. Tornai a guardare in alto, a Dio, nella ricerca di aiuto e dopo quattro mesi, pregando come mi aveva insegnato suor Anna, arrivò un nuovo lavoro, migliore del precedente, anche se con più responsabilità e stress. Sembrava troppo bello: una casa a torre, un giardino vicino al bosco, gli uccelli in terrazzo. Ero tornato nella mia Umbria, pur restando a Gorizia!
Quell’8 novembre 2010, dopo vari avvisi che il dottore di allora superficialmente non considerò, mi trovai mezzo paralizzato, totalmente “rinco” in un letto di ospedale, l’unico sorriso e abbraccio che non mi lasciava era quello di Sara. Certo per me, l’ictus è stato uno tsunami con il quale Dio mi aveva ascoltato. Con la sua risposta indiretta mi offriva una nuova vita, un nuovo percorso, una via d’uscita da quell’abbandono in cui ero caduto. Dopo un mese di ospedale tra cadute e abbandono sanitario, mi trasferirono in un altro ospedale che ci dicono “risolverà l’emiparesi”. Pura illusione! L’abbandono ai protocolli proseguiva. L’unica positività era che Dio era tornato a rispondermi come da bambino, attraverso i sogni e nei sogni mi apparivano i miei pennelli, i miei colori e le mie tele di tanti anni prima, abbandonate dal lavoro di geometra e dallo stress dei presunti bisogni. Al risveglio da quel semicoma farmaceutico/medicinale in cui ero caduto, convinsi la dottoressa e la fisioterapista a permettermi di avere un angolino dove poter portare in ospedale il mio cavalletto e la mia attrezzatura per dipingere. Dovevo dipingere il mio ictus! L’avevo sognato!
Qui il risultato:

Ictus, 2011 (Alberto Loreti)
Da quel momento ho dovuto imparare la cosa più difficile per un uomo “un geometra”. Imparare a chiedere aiuto prima a Sara e poi al prossimo.
Tornare a dipingere è stato un ulteriore tsunami dell’anima. Questa volta ho imparato ad usare la bocca per aprire i tubetti di colore e questo regalo dell’ictus ha provocato una reazione a catena negli altri pazienti, in particolare un anziano commerciante di Cormons. Ha iniziato a disegnare e dipingere marine molto belle e si è creato un gruppo di pazienti artisti, quasi una gioia, se non fosse per l’ostruzionismo delle logopediste e dei dottori, sostituiti dall’arte nella cura dei pazienti.
Dio era li in quei giorni. Nei colori , nei pennelli, nei collage.
Il ritorno a casa è stata la pratica del chiedere aiuto. Le difficoltà crescevano, grazie a Dio cresceva anche l’amore e il supporto di Sara, come cresceva la ricerca spirituale di Dio attraverso la pratica del Reiki. Ovviamente, come accade spesso in questi casi, molti amici erano spariti e tanti si erano trasformati in nemici. Altri sono arrivati. Ero felice dell’isolamento forzato e del supporto sempre più profondo con Sara, fino a decidere di sposarci. E qui è iniziata una vera e propria persecuzione dei miei confronti di amici, autorità sanitarie, patronati e chi più ne ha, più ne metta…

La paura, 2011 (Alberto Loreti)
Un giorno Sara ebbe una felice intuizione. Mi caricò letteralmente in macchina e mi condusse sul Montesanto in Slovenia, nella basilica dedicata alla mamma di Gesù. Splendido santuario sopra Salcano (https://svetagora.si/informazioni/).
Nella piccola cappella dell’apparizione si stava svolgendo una piccola cerimonia privata. Un sacerdote stava celebrando l’eucaristia per il compleanno della sua perpetua. Il ricordo di suor Anna risorgeva forte in me e anche se non comprendevo la lingua e tartassavo Sara con la richiesta della traduzione, mi risuonavano i miei monologhi con Dio.

Sveta Gora - Montesanto (Slovenia)
Ad un tratto, nella mia dondolante deambulazione urtai un leggio con un libro sacro aperto sulla pagina del Salmo 140 di Davide: Invocazione nella persecuzione:
Preghiera per essere protetti nella persecuzione
1 Al direttore del coro.
Salmo di Davide.
Liberami, SIGNORE, dall'uomo malvagio; proteggimi dall'uomo violento, 2 da tutti quelli che tramano malvagità nel loro cuore e sono sempre pronti a far la guerra. 3 Aguzzano la loro lingua come il serpente, hanno un veleno di vipera sotto le loro labbra. [Pausa] 4 Preservami, SIGNORE, dalle mani dell'empio, proteggimi dall'uomo violento: essi hanno tramato per farmi cadere. 5 I superbi hanno predisposto per me lacci e funi, mi hanno teso una rete sull'orlo del sentiero, hanno preparato tranelli per me. [Pausa] 6 Io ho detto al SIGNORE: «Tu sei il mio Dio!» Porgi orecchio, o SIGNORE, al grido delle mie suppliche. 7 O Dio, Signore, tu sei la forza che mi salva, tu hai protetto il mio capo nel giorno della battaglia. 8 Non concedere agli empi quel che desiderano, o SIGNORE; non assecondare i loro disegni, perché non si esaltino. [Pausa] 9 Sulla testa di quanti mi circondano ricada la perversità delle loro labbra! 10 Cadano loro addosso carboni accesi! Siano gettati nel fuoco, in fosse profonde, da cui non possano risorgere. 11 Il maldicente non durerà sulla terra; il male darà senza posa la caccia all'uomo violento. 12 Io so che il SIGNORE difenderà la causa dell'afflitto e renderà giustizia ai poveri. 13 Certo i giusti celebreranno il tuo nome; gli uomini retti abiteranno alla tua presenza.
Un caso.
Subito Sara traduce dallo sloveno in italiano e la sua lettura attira l’attenzione del sacerdote. In quel momento mi sento spingere e nel contempo il sacerdote sorridente con ampi cenni mi invita a prendere la comunione. Titubante al momento, quasi in imbarazzo, Sara mi accompagna ai piedi dell’altare e ricevo la mia prima comunione dopo almeno 40 anni, un lampo di quand’ero bambino e la parabola di Osho (https://osho.it/osho-scopri-chi-e/) sulla ricerca di Dio:
Un monaco aveva girato il mondo alla ricerca di Dio, poi era tornato a casa e sulla piccola porta accanto alla sua c’era un cartello con la scritta “LA CASA DI DIO”. Chilometri per cercare Dio ed era li, ad un passo!
L’effetto dell’ostia era quello che finalmente ero tornato a casa!
Dio mi stava finalmente parlando e mi dava il bentornato ed io mentalmente sapevo solo dire Grazie, grazie, grazie a Dio!
Grazie all’ictus, grazie a Sara, grazie a quel prete sconosciuto! Grazie, sono tornato a vivere! Da quel giorno un susseguirsi di eventi fantastici sono iniziati nella mia vita – la domenica successiva siamo andati a messa con Sara nella chiesa dei cappuccini a Gorizia e incontrai il celebrante, un prete cappuccino di nome Aurelio. I nostri cuori battevano sincronici ed era un’amicizia sbocciata in un percorso spirituale che ci ha condotti a sposarci di nuovo, ma questa volta in chiesa proprio da Padre Aurelio e Padre Giorgio. Nel frattempo avevamo ricevuto entrambi il Master Reiki che ci ha aperto ulteriore luce nell’anima e nello spirito, con un percorso di crescita e liberazione dalle false credenze e condizionamenti.
Ora viviamo nell’amore, la fede ci sostiene anche nei tempi del Covid!
Grazie a Sara che mi ha dato l’occasione di narrare questa ricerca tramite il suo blog e la sua amorevole vicinanza che ha trasformato quello che impropriamente viene considerata una disgrazia “la malattia ictus” in una apertura verso un nuovo mondo, nuovi obiettivi, nuovo essere, un nuovo orizzonte.
Quello che nella nostra società è un limite, un’emarginazione, improduttività – la disabilità – in questo nostro vivere insieme è diventata la concreta esistenza nell’amore e nella fede creativa.
Pensieri di Dostoevskij che mi accompagnano:
La bellezza salverà il mondo!
Nonostante tutte le perdite e le privazioni che ho subito, io amo ardentemente la vita e non riesco tuttora assolutamente a discernere se io mi stia avvicinando a terminare la mia vita o se sono sul punto di cominciarne un’altra.
(Dedicato a Padre Aurelio Blasotti, tornato alla Casa del Padre a causa del Covid il 18 aprile 2020)

Il salto, 2012 (Alberto Loreti)
Grazie Alberto per la condivisione dei tuoi sentimenti profondi. Spero che diano speranza e portino luce alle persone che per un motivo o l’altro soffrono e si sentono abbandonate da Dio!
Come sempre attendo vostri commenti, riflessioni, pensieri…..
Buon lunedì, buon inizio di settimana a tutti!!!!!!!
Buon giorno, grazie Sara, grazie Alberto.
Ho pianto nel leggere le parole di Alberto; ho pianto di commozione ed emozione. Ho sentito (anche attraverso i dipinti) le lotte dell'animo e le vittorie dell'amore!
Siete stupendi, grazie per la condivisione di emozioni e sentimenti così "intimi" che spesso è difficile divulgare. Grazie 🤗